L’improvvisa scomparsa a soli 36 anni di Matteo Minozzi, uscito di strada con il suo scooter mentre tornava a casa ieri sera dal lavoro ci coglie tutti di sorpresa lasciandoci in un dolore profondo.
Si, perchè avevamo imparato tutti ad amare questo ragazzo di 36 anni della provincia di Vicenza, di Camisano Vicentino.
Una presenza fissa nei tornei e nei campionati a squadre della nostra regione. Un arbitro giovane, uno dei pochi che dedicava con entusiasmo, seduto al tavolino del segnapunti, il proprio tempo libero alla sua grande passione per il tennistavolo.
Anche lui, come tutti, si era avvicinato al ping pong da giocatore. Classe 1985, aveva cominciato a giocare all’Aurora Camisano con Giacomo Moro, anche lui dell’85. A un certo punto il furore agonistico aveva cominciato a spegnersi, ma non la passione.
Da qui il desiderio di esplorare il nostro sport dall’altra parte della barricata. Una rarità, perchè la stragrande maggioranza del popolo del tennistavolo nasce giocatore e giocatore muore. Qualcuno diventa tecnico, qualcun altro dirigente per necessità, ma pochissimi sono disposti a vestire i panni dell’arbitro che vuol dire dedicare il proprio tempo per far giocare gli altri.
Matteo Minozzi, invece, non solo lo ha voluto diventare, ma anche continuato a farlo sempre con passione.
Con il suo garbo, la sua pacatezza, il suo sorriso di persona buona e mite. Senza mai far pesare un ruolo che un minimo di potere comunque ti dà. Sempre un passo indietro.
La scomparsa di entrambi i genitori a distanza di poche ore uno dall’altro, in piena pandemia, lo aveva duramente provato ma non gli aveva fatto perdere il sorriso e la voglia di vivere.
L’amore del piccolo nipotino Christopher cui era tanto legato, e il legame con sua sorella Anna l’avevano aiutato a superare il difficile momento.
Nella sua Camisano era sempre presente quando c’era bisogno.
Al famoso Palio delle Contrade, in estate, era una presenza fissa nella famiglia dei volontari e il suo cuore batteva a ogni vittoria della Meridiana.
Un’altra delle sue grandi passioni, quella del Tuning dedicato all’impianto stereo lo accompagnava sempre nelle sue trasferte ai tornei dove lui ti faceva vedere con orgoglio il suo piccolo paradiso musicale che aveva creato nella sua auto.
Ecco Matteo, carissimo amico di tutti noi. In quest’ultimo viaggio ti immaginiamo così: con le tue magiche casse ad accompagnarti verso quel mondo migliore che una persona come te non può che meritare.