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La scomparsa di Enrico Agosti. Una vita al servizio delle persone disabili

Il mondo del tennistavolo e di tutto lo sport veneto è in lutto per la scomparsa di Enrico Agosti.

A 66 anni, a causa di un cancro che lo aveva colpito lo scorso anno e contro cui stava cercando di lottare, il fondatore e per 23 anni presidente dell’H81 Vicenza lascia un grande vuoto.

Enrico Agosti, che attualmente era anche delegato provinciale vicentino del Cip, il Comitato Italiano Paralimpico, era il simbolo vivente della lotta per i diritti delle persone diversamente abili.

Una lotta cominciata nel 1969 quando a soli 16 anni un pirata della strada lo travolse mentre si stava allenando con la sua bici, quando era una giovane promessa di ciclismo.

Da allora, Enrico ha dato tutto se stesso per la causa delle persone disabili.

Nel 1981 fu tra i fondatori dell’H81 Vicenza, una delle prime associazioni onlus e sportive facendo avvicinare allo sport tantissimi ragazzi e ragazze, donne e uomini.

Il tennistavolo è stata sempre una delle discipline simbolo di questa grande società.

Ma l’attività di Enrico, che dagli anni 70 in poi ha preso parte a innumerevoli tornei e campionati italiani, non riguardava solo lo sport.

Il suo impegno è stato sempre a 350 gradi, sia a livello politico che sociale. Non certamente a caccia di una poltrona, ma per portare nei palazzi la voce delle persone come lui.

Anche e sempre nelle scuole, a raccontare ai ragazzi cos’è la disabilità sensibilizzandoli su tematiche importanti come quella delle barriere architettoniche.

Un vuoto grande quello che Enrico Agosti ci lascia. Ma anche un grande insegnamento e una preziosa eredità da conservare e gelosamente custodire a beneficio dei giovani e delle nuove generazioni. Per un mondo migliore dove non ci sia posto per le discriminazioni ma dove la disabilità sia vista come una risorsa e non un limite.

Enrico Agosti, fondatore dell’H81 Vicenza.

In basso a destra: Enrico nelle scuole.

In basso a sinistra: Enrico con Ruggero Vilnai, presidente del Cip Veneto e Alex Zanardi.