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Un arbitro veneto per la finale scudetto. Biagio Ferrara, dal fischietto al segnapunti

Un arbitro veneto per la finale scudetto. Un primo arbitro. Di finali scudetto del campionato a squadre di serie A1, Biagio Ferrara ne aveva dirette già due, entrambe femminili, ma allora da assistente.

Questa volta l’arbitro nazionale padovano ha diretto da primo arbitro la finale scudetto con sfida unica fra Apuania Carrara e Top Spin Messina finita in parità 3-3. Un risultato che ha regalato lo scudetto alla squadra toscana in quanto meglio classificata al termine della regular season.

Per Biagio Ferrara un riconoscimento di prestigio essere chiamato ad arbitrare uno degli avvenimenti clou del tennistavolo italiano.

“Sicuramente essere designato come primo arbitro della finale scudetto è stata una soddisfazione – sottolinea il nostro arbitro nazionale veneto – alla fine è andata molto bene, tutto si è svolto in un bellissimo clima. Grande sportività fra le due squadre all’interno di un bel contorno di pubblico. Rappresentare il Veneto in questo appuntamento di prestigio è stato per me motivo di orgoglio”.

Biagio Ferrara è, assieme al veneziano Renzo Bertotto, uno dei due arbitri nazionali del Veneto che conta anche un arbitro internazionale, la veneziana Michela Piccolo. Un arbitro giovane, anche se classe 1962, in quanto in possesso della qualifica da soli nove anni.

“Ho fatto il corso in quanto avevo cominciato a seguire mio figlio che giocava – racconta Biagio –  e da lì è iniziata la mia tra virgolette carriera. Arbitrare è sempre stata una passione e in passato ho fatto per molti anni l’arbitro di calcio in varie categorie fra cui l’Eccellenza, in Sicilia. E là certe sfide sono delle vere battaglie. Sembra di andare in guerra. Per cui passare a uno sport come il tennistavolo non è stato certo un problema”.

Fra gli obiettivi di Ferrara c’è sicuramente quello di diventare arbitro internazionale..

“Nei mesi scorsi ho provato a fare l’esame ma non è andata bene anche se per poco. Non è un esame facilissimo anche perchè tutto in inglese. Comunque ci riproverò..”.